Approfondisci in Silenzio e Vita

Conosco molte persone che tentano costantemente di far pace con la propria vita.

Il rapporto con l’altro non c’entra: il nostro mondo personale assume i connotati che le emozioni gli dipingono addosso sulla base di pochi ricordi essenziali che si formano nell’infanzia e vanno a costituire i punti focali delle nostre esistenze. E dei nostri problemi.

Di recente mi è capitato di leggere Il codice della guarigione di Alexander Loyd e Ben Johnson. Presenta con discreta logorroicità informazioni già note incastrandole, però, in modo illuminante. Il sunto è che lo stress ci tarpa le ali, ci accorcia e danna la vita avendo origine in massima parte proprio dalle memorie dell’infanzia (e da quelle prenatali).

Il codice della guarigione è anche una tecnica semplice e accessibile mediante la quale è possibile andare a modificare le emozioni sulle quali la nostra esistenza è basata (*), con il risultato di migliorarla in profondità sia sul piano psicologico che su quello fisico. Presenta in modo originale dodici diversi focus emotivi di base, tuttavia ritengo che l’evento che rende ciascuno di noi e l’intera società umana esattamente quello che sono, abbia un’unica origine: il modo in cui viviamo il nostro ingresso in questo mondo.

Pochi ne hanno un ricordo consapevole. Il mio è descritto qui.

A mio avviso la nascita è il vero punto cruciale nella vita di chiunque. Le emozioni e le impressioni che imprime a fuoco nella psiche influenzano ogni successiva percezione: in poche parole, l’intera esistenza di un essere vivente sulla Terra.

Spesso si parla dello scarso desiderio che, coloro che hanno vissuto esperienze di premorte, hanno di tornare tra i vivi. Ciò rafforza la mia convinzione (o ricordo?) che, nel mondo di là, la separazione che stiamo vivendo ogni istante sia solo una reminiscenza lontana.

Queste ragioni mi sembrano consistenti – anche se soggettive e assolutamente non verificabili… ma quale altra lo è veramente? – per definire la nascita come il vero collo di bottiglia delle nostre esistenze, che unisce modi di esistere profondamente diversi. Di là siamo tutti parti integranti di un oceano di Coscienza, di qua gocce d’acqua ancora collegate all’Infinito dal quale proveniamo, ma anche costrette a confrontarci con un mondo estraneo e incomprensibile.

Siamo sicuri, poi, d’averlo realmente capito, questo mondo? Ovvero… sappiamo davvero come gestirlo? Oppure, sotto sotto, anche da adulti siamo preda della stessa emozione di fondo che ci assalì quando ci precipitammo dentro? Sono il solo a ricordare la disperazione e il disorientamento esplosi in me con il passaggio traumatico dal calore del grembo all’assenza assoluta di riferimenti, al gelo, ai suoni che graffiano e martellano la coscienza fino a demolirla, al vuoto incolmabile e indifferente, alla gravità?

E’ poi così insolito che abbia sempre mal sopportato le chiacchiere della gente? Il panico assoluto non separa? Cosa credi che abbiamo tutti vissuto precipitando in un universo di suoni e di modi che nessun rispetto sembrava serbare nei confronti di un essere che stava vivendo la più sacra delle esperienze ed era appena uscito dalla bolla vitale che costituiva il punto di giunzione tra l’infinita Appartenenza e l’assoluta separazione?

Madri, per carità, fate ai vostri figli il dono di gran lunga più importante! Quando bruscamente abbandoneranno la sicurezza e l’abbondanza dal vostro corpo, impedite che vengano seviziati con gli atteggiamenti ritenuti ‘normali’ da chi è ormai avvezzo a vivere separato dal Tutto; non scendete a compromessi nell’imporre il silenzio assoluto a chiunque vi stia intorno, non private i vostri figli del contatto con la vostra pelle e con il vostro calore neanche per un solo istante! Abbracciateli, fate sentire loro che il vostro corpo è ancora a loro disposizione ed è tuttora capace di proteggerli dal freddo, da qualsiasi suono, dalla ruvidezza di tessuti e mani sconosciute. Coccolateli a lungo, rendete graduale il passaggio dalla pienezza assoluta nella quale i loro corpi si sono formati al senso di vuoto che li accompagnerà per tutta la vita, perché solo così potranno utilizzare anche in questo mondo la forza ineguagliabile che gli deriverà dall’avere ancora punti di riferimento e dal sentirsi al proprio posto… solo così potranno sentirsi ancora parte del Tutto dal quale provengono, invece di vivere l’ansia da separazione che per tutti noi ha avuto origine esattamente quel giorno. Fate loro capire attraverso i sensi che non c’è un di qua e un di là (non un inferno, non il paradiso…), e che l’universo nel quale sono appena entrati non è ‘l’opposto’ di quello dal quale provengono, ma piuttosto una sua emanazione, nella quale è possibile e naturale far valere e far crescere gli stessi principi e le stesse forze che portano impresse a fuoco dentro di sé sin dalla notte dei tempi.

Poi uno si chiede quale sia la vera origine di un ambiente umano sempre più alieno a una vita spontanea ed equilibrata: da secoli i componenti la nostra specie vivono il primo passo sulla Terra subendo un trauma insostenibile che li lascia annientati. Rendiamo il loro arrivo più digeribile… diamogli il benvenuto con il massimo del rispetto e dell’attenzione, ritroviamo – almeno quel giorno – la nostra animalità più saggia e profonda e, probabilmente, nel volgere di qualche generazione, per l’Umanità quello del paradiso non sarà più un sogno (o un ricordo?) così lontano.

Intanto noi ce la mettiamo tutta per ricreare – per i meno fortunati come noi, che la nascita l’hanno vissuta in modo tradizionale – un ambiente favorevole al recupero di quello che è uno stato di diritto dell’Umanità. Ci siamo inventati Silenzio & Vita per reintrodurre in modo semplice e gradevole nelle nostre esistenze il connubio tra il silenzio e un sano rapporto con la natura.

Tornare all’armonia si può e si deve non solo per noi e per i nostri simili, ma anche e soprattutto perché le emozioni che viviamo restano scritte, le trasmettiamo ai nostri figli e a chi vive intorno a noi, perciò abbiamo la responsabilità di migliorare la qualità emotiva della nostra vita anche per chi ha accolto o accoglierà in sé i geni e le emozioni più radicate che ogni essere vivente è capace di trasmettere in primis nel momento della procreazione, l’atto d’amore più sacro in assoluto.

Ormai tutto questo è scienza, basta informarsi ad esempio su Bruce Lipton o leggere – lo consiglio ancora – Il codice della guarigione.

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Prosegue qui: Nascita bis: l’evento ‘realmente’ cruciale per tutti.

(*) La tecnica per fare i miracoli (a mio avviso è preferibile a quella del codice della guarigione, essendo basata sulle immagini invece che sulle parole, quindi ha un’azione potenzialmente più efficace sulle emozioni e, soprattutto, sul mondo virtuale).

Si può modificare la tecnica delle immagini alternate (o tecnica Swish, o Scozzata) della PNL aggiungendo il canale cinestesico e proiettandone il risultato sia nel passato, che nel presente, che nel futuro.
In alternativa, basta scegliere consapevolmente il microstato che si desidera vivere e immaginarlo mentalmente nel nostro futuro; la nostra realtà imboccherà così una linea degli eventi che vi conduce.

Contenuto inserito da Francesco Pandolfi Balbi